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venerdì 6 maggio 2011

Poesia alle stelle rifatta dal nonno






Al nonno Nando è piaciuta tanto la storia dell'angelo, e quindi ne l'ha riadattata con la morale.


C'era, tanto tempo fa, quando ancora non era stata inventata l'elettricità, un angelo che non si accontentava della luce delle candele.

Un giorno, anzi  una sera, alzando lo sguardo al cielo vide una marea di lumi che altro non erano che le stelle.

"Se ne prendessi una la mia dimora ne sarebbe rischiarata e non dovrei sopportare l'odore della cera che si squaglia" pensò.

Detto fatto con un battito d'ali salì su su in alto e prese una stella e la portò nella sua dimora che subito si illuminò di una bella luce bianca.

E così ogni qualvolta una stella si esauriva lui saliva in cielo e ne prendeva un'altra.

Un giorno il Signore decise di contare le stelle e si accorse che ne mancava qualcuna.

Risoluto a venire a capo di questo mistero si mise di guardia e vide l'angelo che, esaurita l'ultima stella, con un battito d'ali si apprestava a prenderne via un'altra dal cielo.

Deciso a punire il ladruncolo, il Signore mise una nube al posto della stella naturalmente con la stessa forma e dimensione.

L'angelo, ignaro di tutto, salì al cielo e prese la nube e la portò nella sua casa.

In quel momento il Signore trasformò la nuvola, che si ingrandì, divenne nerissima e, dopo un lampo accecante e un tuono fragoroso, venne giù tanta di quell'acqua che la casa cominciò a galleggiare e l'angelo ne uscì fradicio con le ali appiccicate al corpo.

Dall'alto si udì una voce
"Tu hai preso le stelle che io avevo messo perché tutti ne godessero mentre il tuo è stato un gesto egoistico. Non farlo più, altrimenti ti toglierò le ali"


L'angelo capì la lezione e andò a comprarsi le candele.

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