Cerca nel blog

domenica 28 ottobre 2012

L'Alfabeto

Questa favola è molto carina, me lo dico da sola! Non volevo metterla sul blog perchè mi è stato detto che potrebbero essere rubate. A parte che ho messo il divieto con il copyrigth, ma comunque spero che le mie favole siano lette solo da persone serie.



L’alfabeto
 

 

Le lettere dell’alfabeto erano tutte ordinate, e i bambini cantavano contenti la filastrocca.

Ad un certo punto l’acca, che era la meno usata del gruppo, decise di ribellarsi.

“Ora basta!” urlò. “Forse io valgo meno di tutte voi?”

“No, non è vero” rispose la r, una delle lettere più usate. “Anche tu hai il tuo valore, devi avere solo un poco di pazienza, e ti useranno perché senza di te certe parole non si possono comporre”.

“non è vero!” esclamò l’acca, “io voglio essere usata tanto come te, la c, la s, la p, e tutte le vocali. Ho deciso, me ne vado!” e scappò via dall’alfabeto.

Immediatamente sparirono tutte le parole che la contenevano, sparirono le pagine del dizionario con l’acca, e tutto l’alfabeto crollò.

“Come risolviamo il problema?” si interrogò la c. “Io senza la (e qui si inceppò in quanto non poteva pronunciare la lettera)  perdo un poco di valore, e così pure la g si trova nella mia stessa situazione. “

“Trovato!” esclamò la elle “ Io faccio da sostegno alla enne e così noi due messe insieme la possiamo sostituire e così si possono comporre le parole mancanti.”

E così si mise dritta dritta e disse alla n di appoggiarsi a lei.

Ma non veniva una bella lettera: infatti la n non aderiva perfettamente e quindi non riusciva bene.

“Dai riproviamo!” ripetè ancora la l “vediamo come si comportano i bambini”

E così riprovarono; la nella classe ci fu una grande confusione. Come si faceva a leggere una parola così composta “clniave”?

“Ma non sapete più parlare?” esclamò la maestra. “Non è possibile, ma cosa dite?”

“Stiamo leggendo il libro!” Esclamarono i bambini.

Subito la maestra prese il libro e pure lei vide la cosa stranissima.

“Non è possibile!” esclamò “Ma dove sarà andata a finire la lettera acca? Via proviamo a cercarla”

Iniziò la ricerca.

Cercarono nell’armadio, nei cestini, dietro la lavagna, sotto i tavolini, in tutte le cartelle, ma niente, l’acca si era come volatilizzata.

“Non riusciamo a trovarla!” urlarono tutti i bambini.

Tutti quelle urla fecero accorrere il direttore “Ma insomma, cos’è questa confusione? Nessuna classe riesce a lavorare questa mattina! Ora basta! Signora maestra mi faccia capire cosa sta succedendo, e provi a far stare calmi i bambini!”

“E’ difficile, si è persa una lettera dell’alfabeto in questa classe, e se la cosa si diffonde tutte le classe saranno senza quella lettera, bisogna assolutamente trovarla”

 

Chiamarono allora la bidella, che era tutta occupata a pulire i bagni.

“si è vista qui la lettera acca per caso?” le chiese il preside.

La bidella lo guardò tra lo stupito e il divertito, non riusciva a capire cosa fosse successo.

“Non mi sono spiegato bene, forse?” insisté  il preside duro duro “ ripeto, si è vista qui la lettera acca?”

“Non….non….mi…..pare….” quasi balbettò la bidella. “Comunque mi darò da fare a cercarla, non si preoccupi”.

Iniziò a ispezionare anche lei tutti i cestini della carta straccia, sotto tutti i tavolini della classe, ma niente, proprio niente.

La maestra era veramente disperata, ma certo non poteva risolvere la situazione. Allora disse ai bambini

“ora facciamo merenda, poi riprenderemo a cercarla.”

Tutti i piccoli allora corsero fuori nel sole e dopo aver mangiato le loro merendine, iniziarono a giocare a girotondo e a cantare felici.

La maestra intanto si era seduta sulla sua sedia dietro la cattedra, e cercava di ragionare per capire cosa fosse successo.

Aprì per caso un libro per bambini di inglese e, miracolo, eccola là la piccola fuggitiva. In prima pagina faceva bella mostra di sé tutta trionfante.

“ora come faccio a riportare questa birbacciona nel nostro alfabeto?” pensò la maestra.

Prese una penna molto appuntita e cercò di staccare la lettera dal libro, ma quella niente, anzi sembrava quasi che le facesse le boccacce.

La maestra allora tentò di risolvere il problema facendo tante fotocopia della pagina del libro di inglese e, appena ritornarono i piccoli in classe così disse: “Ora ognuno di voi avrà la fotocopia della pagina del libro dove si trova la lettera acca, questa birbacciona. La dovrete ritagliare così si potranno ricomporre le parole con quella lettera”.

I piccoli si armarono di forbici e provarono a ritagliare la lettera, ma questa, impunita come era, si impuntò e non si faceva staccare dal foglio. La maestra andò allora dal preside per aver un aiuto nel suo operato. Questi allora spazientito, prese una decisione drastica. “Okey, va bene. Facciamo a meno della acca. Visto che lei non vuole venire!”

“Come facciamo?” domandò allora la maestra molto stupita da questa affermazione.

“Non ci sono problemi” rispose il preside “adopereremo la k al posto dell’acca, che prenderemo comunque dall’alfabeto inglese, e caso mai ciave (manca l’acca) la scriveremo key”

“Evviva,” gridarono in coro i piccoli, e tutti insieme andarono a fare nuovamente le fotocopie della pagina dove in bella mostra si vedeva il k.

L’acca era inviperita. Non aveva ottenuto nessuna soddisfazione, anzi in questo modo tutti d’ora in poi l’avrebbero ignorata.

“Va bene, va bene” urlò per farsi sentire meglio “avete vinto voi”

E mogia mogia rientrò nell’alfabeto. Tutte le altre lettere, appena la rividero, le fecero immediatamente un applauso, specialmente la c e la g, che senza di lei si sentivano veramente impoverite.

E i bambini, la maestra, il preside e la  bidella tutti insieme per la contentezza fecero un grande girotondo.