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sabato 30 aprile 2011

preghiera

Preghiera dell’Ulivista prima delle elezioni

O Signore che sei nei cieli
Tu che sei il re dei Giusti
Tu che sei il re dei Buoni
Levace  dai piedi Berlusconi

O Signore che sei nei cieli
Tu  che sei il re dei Grandi
Tu che sei il re dei Bambini
Levace dai piedi pure Fini

O Signore che sei nei cieli
Tu che sei re sugli Altari
Tu che sei re nelle Icone
Levace dai piedi Buttiglione

O Signore che sei nei cieli
Tu che sei il re dei Neri
Tu che sei il re degli Albini
Levace dai piedi il bel Casini

O Signore che sei nei cieli
Tu che sei il re dei Monti
Tu che sei il re dei Fossi
Levace dai piedi il truce Bossi

O Signore che sei nei cieli
Tu che sei il re dell’Impossibile
Tu che sei il re della Magia
Levace dai piedi ‘sta Genia

Io che nun so’ re ma tiepido credente
Se tutto ciò si verificasse
Ritornerei ad una fede ardente
E sarei contento de paga’ puro le tasse


Sono passati piu di 15 anni e purtroppo il signore non ha ancora letto questa supplica nel  frattempo si pagano piu tasse e non siamo per niente contenti                                                                                   

Alfredo seconda parte

Ecco la seconda parte , spero che la prima sia piaciuta. L'ultima parte alla prossima volta.

Tutti i criceti si unirono intorno a lui, chi lo annusava, chi lo leccava per conoscerlo meglio. Erano tutti ammirati per il suo coraggio.
“Io sono il più grande del gruppo” disse Pietro “ Siamo felicissimi di conoscerti. Ora datti da fare, prendi quello che puoi e portalo nella tua tana. Puoi tornare quando vuoi, sei sempre il benvenuto.
Lasceremo sempre qualcosa per i tuoi piccoli, non ti preoccupare”
“Mio Dio, sono veramente commosso. Ora mi do da fare velocemente, così il cane ed eventualmente il gatto non mi troveranno”
Assaggiò allora uno strano cibo, per capire se fosse buono per i suoi piccoli. Non era buono, era buonissimo!
In men che non si dica, prese un poco di quello strano cibo e via, il più velocemente possibile, uscì dalla gabbia e si diresse all’albero. Per quel giorno la fame sarebbe stata placata.
Il giorno dopo ed il giorno dopo ancora ritornò sempre dai suoi amici criceti. Era sempre accolto con grandi feste, e riusciva sempre a portare via il necessario, malgrado il cane abbaiasse sempre al suo arrivo.
“Che c’è, Fritz, sono tre giorni che abbai insistentemente, hai forse visto qualcosa?”
Era Federica, la padrona di casa! Ora si sarebbe accorta di tutto. “Speriamo bene” pensarono sia Alfredo che i criceti.
“Dai, fai il più velocemente possibile, ora arriva e se ti vede cercherà di prenderti” disse Pietro.
Alfredo riuscì a prendere qualcosa e scappò via.
Federica, intanto era arrivata alla gabbia, con il fidato Fritz.
Il cane annusava tutto e brontolava in continuazione.
“Avevi ragione, Fritz, qui deve essere entrato qualche animale, forse un topo di campagna. Guarda, ha creato una galleria per l’accesso alla gabbia! Menomale che i criceti non sono scappati. Ora provvediamo a prenderlo per poterlo eliminare”
Entrò in casa, e poco dopo uscì con una piccola gabbietta. Dentro la gabbietta mise un piccolo pezzo di pecorino, poi pose la gabbietta dentro la gabbia, giusto alla fine della galleria scavata dal topolino.
“Ora dobbiamo solo aspettare che ritorni e vedrai che lo cattureremo”
Poco dopo, infatti, Alfredo ritornava sui suoi passi, per poter prendere altre provviste.
“Che profumino di formaggio! Oggi è veramente festa!” pensò
I criceti da dentro la gabbia erano nervosi, lo volevano avvertire, ma il cane abbaiava così forte che non riuscirono a farsi sentire.
Alfredo entrò nel tunnel e poi………………..Pfaff. una piccola gabbia si chiuse alla sue spalle imprigionaldolo.
Tutti i criceti intorno alla gabbia, cercavano di aprirla per far uscire il loro amico, ma non ci riuscirono.
“Ecco Federica, via, via!” esclamo Pietro.
Tutti i criceti si riunirono in fondo alla gabbia e guardarono sgomenti il piccolo Alfredo.
“Brutto bricconcello, ti ho preso. Ma sei veramente carino! Pensavo fossi più grosso. E poi veramente complimenti per la tua intelligenza, sei riuscito ad aprirti un varco per poter entrare dai criceti. Ora ti dovrei sopprimere, ma veramente non me la sento. Sei una piccola creatura. Sai che facciamo, lo diciamo ai nonni, vedrai che troveranno una soluzione”
E così fece. Chiamò immediatamente i nonni, anche loro molto amanti degli animali.
Subito nonna Egle disse : “non ti preoccupare, già lo scorso anno ho trovato un posto sicuro e lontano da qui, dove portare gli eventuali topini presi, non mi piace per niente ucciderli! Dammi la gabbietta e io e nonno Mario provvederemo.”
Alfredo intanto tremava di paura. Non capiva quello che stavano dicendo sia Federica che nonna Egle. I suoi occhi erano diventati grandissimi per lo spavento, ma quello che lo preoccupava di più era il fatto che i piccoli e Nenè si sarebbero trovati in difficoltà. Incominciò a correre dentro la gabbia, su e giù con la speranza di poter aprire lo sportello, ma quello era ermeticamente chiuso.
Nonna Egle prese la gabbietta e con nonno Mario salirono sulla macchina.
Arrivarono così in riva al mare. Vicino alla riva c’era un grande appezzamento di terreno, riservato ad alcuni cavalli, e cera una stalla con tanta paglia e un abbeveratoio. Era tutto recintanto con una fitta rete, per evitare che scappassero i cavalli.
“Penso che qui vada bene” disse nonna Egle “Ti ricordi lo scorso anno con l’altro topolino. Sicuramente si sarà trovato bene. Ora accostiamo la gabbia alla recinzione e poi apriamo lo sportelletto”
Alfredo tremava tutto. Si era acquattato in fondo alla gabbia. Era stata una bruttissima esperienza, lui del resto non era mai stato in una macchina, e oltre tutto chiuso dentro una gabbia. Chi sa cosa lo aspettava adesso.
Nonna Egle fece come aveva detto: accostò la gabbia alla recinzione dove c’era una piccola apertura e aprì lo sportelletto.
Alfredo sentì lo scatto dello sportelletto, capì che forse poteva scappare. I suoi occhi erano dilatati dallo spavento, e tramava tutto; si fece coraggio e piano piano si accostò all’apertura. Era aperta!!
Via, via, via  più veloce del vento, con le orecchie tutte indietro, corse fuori e schizzò velocemente via.
Non sapeva dove andare, ma certo era sicuro che per questa volta era salvo!
Prima corse verso sinistra, poi, forse guidato dall’olfatto, cambiò direzione verso destra dove era la stalla.
“Hai visto Mario che fugone? Povero piccolo, aveva tantissima paura! Hai visto i suoi occhi? E le orecchie tutte tirate indietro?” disse nonna Egle.
I due nonni ripresero la gabbietta vuota e si diressero verso la macchina.
Alfredo intanto giunse alla stalla. Era tutto sudato ed ansimante per la corsa e per la gran paura

giovedì 28 aprile 2011

Pasta con piselli

Oggi ho fatto una pasta buonissima, purtroppo non l'ho fotografata.
E' semplicissima.
Per prima cosa ho messo a bollire l'acqua per la pasta. Contemporaneamente ho tagliato finemente una piccola cipolla bianca, e con l'olio e un pezzetto di peperoncino l'ho messa a stufare. Poi ho aggiunto i piselli surgelati (saranno stati 200 grammi) due fette di prosciutto cotto, ho aggiunto l'acqua calda della pasta e ho fatto cuocere lentamente. Alla fine ho unito una piccola spruzzatina di limone. Ho cotto 160 grammi di pasta per noi due, e quando era ancora al dente l'ho unita ai piselli, ho fatto insaporire e poi ho aggiunto il parmigiano. Buonissima e piatto unico.

Alfredo

Qui inserisco una prima parte della favola, che è un poco lunga e potrebbe annoiare. La seconda alla prossima volta.

ALFREDO


“Corri, corri! Mi raccomando, sempre a zig zag” disse tutto trafelato il topo Alfredo alla piccola topina Nenè.
Lei era graziosissima, molto più piccola di lui, che già era piuttosto piccolo.
Lui da subito aveva carpito la sua fiducia, e si erano quasi subito uniti.
Ora stavano scappando in un grande prato con tante spighe, perché erano stati individuati da un rapace, e quindi per salvarsi correvano disperatamente in cerca di un rifugio, sempre a zig zag per non farsi prendere.
Nenè era un pochino più lenta nel correre di Alfredo perché a giorni sarebbe diventata mamma, e quindi si era un poco appesantita.
“dai, dai! La esortò Alfredo “Laggiù vedi c’è un albero con il tronco cavo, se ce la facciamo a raggiungerlo, ci potremo riposare”
Eccolo finalmente l’albero! Erano salvi! Con il fiatone, si infilarono nella cavità e qui finalmente si fermarono.
L’avvoltoio fece ancora alcuni voli circolari sopra l’albero, sperando che uno dei due topolini uscisse allo scoperto, poi si arrese e si librò in alto nel cielo.
Alfredo dopo un poco uscì allo scoperto, vide che il pericolo era passato, e allora si rivolse a Nenè :
“Io vado in cerca di cibo, penso che con tutto queste spighe ci sarà qualcosa da mangiare. Tu rimani pure qui ad aspettarmi. Non ti preoccupare, cercherò di fare il più presto possibile”
Lui era da poco uscito quando Nenè sentì che era arrivato il momento: ecco, stavano per nascere i suoi piccoli. Forse era stato lo spavento, o la corsa folle, comunque era il momento. Si accovacciò e piano piano, ecco nascere i piccoli, prima uno, poi un altro, ancora un altro, e finalmente l’ultimo.
Erano ben quattro piccoli, uno più bello dell’altro, una topina e tre topini. Nenè esausta si mise in un angolino dell’albero cavo e finalmente si riposò.
Alfredo, intanto, era uscito allo scoperto. Che posto stupendo era quello!Nella folle corsa non aveva visto niente! Le spighe erano cariche di chicchi, perché era proprio la stagione della mietitura, e poi c’era vicino un canale, pieno di acqua e di canne, un posto adatto per annidarsi e nascondersi a qualsiasi predatore. Sulla riva del canale avevano nidificato tantissimi uccelli, tutti di piccole dimensioni. C’erano gazze, passeri, qualche cavaliere d’Italia. Forse, se capitava l’occasione, ci sarebbe stato pure qualche piccolo uovo da mangiare, oltre i chicchi di grano. Raccolse quanti più chicchi di grano poteva e corse nell’albero cavo per portare il pasto a Nenè. Che sorpresa ragazzi! I piccoli erano nati e già erano attaccati ai capezzoli di Nenè. Erano proprio bellissimi.
Cominciò così una nuova vita per la piccola famigliola. I piccoli crescevano bene, anche perché ancora riuscivano a prendere tanto latte. Nenè riusciva sempre a nutrirsi bene, con tutto quel grano a disposizione.
Un giorno furono svegliati da un rumore assordante. La terra quasi tremava sotto il loro rifugio.
“Cosa sarà mai?” Si chiese Alfredo e uscì furtivamente all’aperto per vedere la causa di tanto rumore.
Una enorme macchina avanzava quasi ruggendo, e mentre si muoveva riusciva a tagliare tutto il grano che trovava. Riusciva anche a separare i chicchi di grano.
Quando scese la sera il grano era stato tutto tagliato e affastellato, poi sopraggiunse una grossa macchina, con degli uomini che caricarono tutto e lo portarono via.
Alfredo cominciò a preoccuparsi. Il nutrimento per la sua famigliola era finito, a parte qualche chicco rimasto per terra. Corse subito e cominciò un frettoloso andirivieni con la tana per accatastare tutto quello che era rimasto.
“Nenè, disse Alfredo, non è molto, ma per ora accontentiamoci, poi cercherò altrove, non ti preoccupare, qualcosa saprò rimediare!”

Passarono alcuni giorni, e tutti i chicchi finirono.
“E’ ora che ti dia a fare, Alfredo” disse Nenè “Qui i piccoli incominciano ad avere fame!”
“Ecco, vado.”
Uscì cautamente dalla tana e cominciò a perlustrare la zona. In fondo al prato c’erano delle costruzioni con giardini, tutte recintate.
“Qui bisogna che stia molto attento” pensò Alfredo “Sicuramente ci saranno gatti e cani.”
Piano, piano avanzò nel prato. Certo non c’era più il grano che lo poteva nascondere, ma c’erano alcune buche nel terreno e così ogni tanto si fermava e si appiattiva annusando l’aria per capire se avvertiva l’odore dei gatti o dei cani.
Arrivò così ad una recinzione e dentro un giardino vide una grossa gabbia. Era veramente strana, non sembrava una cuccia di cani, né una gabbia di uccelli.
Si fece coraggio ed entrò nel giardino. Il cane si accorse dell’intruso dall’odore, e cominciò ad abbaiare, forse per avvertire qualcuno. Al di là della gabbia c’era un cancelletto di legno, e il cane dietro al cancelletto si affannava con le zampe per poterlo aprire e così cacciare Alfredo.
“Che fortuna!” pensò Alfredo “Il cane è al di là del cancelletto, ed ho un poco di tempo per vedere se trovo qualcosa”
Si erse sulle zampette posteriori e appoggiò quelle anteriori alla gabbia e cominciò a guardare dentro. Sgranò gli occhi per lo stupore.
“Misericordia!Ci sono degli animaletti che sembrano miei parenti, e tanto, ma tanto da mangiare!”
Si fece coraggio e cominciò
“Ehi voi, chi siete? Siete quasi uguali a me, a parte il colore, e la morbidezza del pelo”
“Siamo dei criceti cavie, purtroppo sempre chiusi qui dentro. Certo non ci manca niente, ma ci manca la cosa fondamentale, e cioè la libertà. Non possiamo correre nei prati, né annusare l’erba quando è bagnata dalla pioggia, né annusare i fiori, né abbeverarci ad una fonte fresca.  E tu chi sei?”
“O mio Dio! Mi dispiace veramente per voi. Io sono un topo di campagna. Sto cercando del cibo per nutrire i miei piccoli, perché la macchina ha portato via tutto il nostro nutrimento.”
“Noi ne abbiamo fin troppo e lo divideremmo con te volentieri, ma come facciamo per dartelo?”
“Ci penserò io, non vi preoccupate”
Cominciò allora un lavoro di scavo con le sue piccole zampette. La terra era durissima, ma la volontà di raggiungere il cibo era tanta, e così si aprì un varco e, scavando con più veemenza possibile, riuscì ad entrare nella gabbia.

domenica 17 aprile 2011

Capitan Sostenibile

Capitan Sostenibile insegna ai ragazzi dai 7 ai 14 anni a salvare l'ambiente

pubblicato: venerdì 15 aprile 2011 da Marina su Ecoblog
Capitan Sostenibile Capitan Sostenibile è un particolare supereroe: è capace di salvare l’ambiente. La storia, rivolta a ragazzi e ragazze dai 7 ai 14 anni, è raccontata in un libro, che si può richiedere gratuitamente e che spiega nel dettaglio come preservare le risorse del nostro Pianeta.
L’dea di pubblicare SOS Pianeta Verde: Capitan Sostenibile e gli ecoconsigli per salvare l’ambiente, è dell’IMQ, l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità, le storie sono scritte da Danilo Bonato e illustrate da Felix Petruška. Attraverso le gesta dei due protagonisti, lo scienziato tutto d’un pezzo Professor Theodorus Green e il supereroe pasticcione, Capitan Sostenibile, si spiega ai ragazzi come fare a ridurre PM10, a risparmiare acqua, a non sprecare energia, a non sprecare cibo, a fare acquisti sostenibili, a differenziare i rifiuti.
Il libro sarà distribuito gratuitamente anche all’evento Change Up!Scelgo io che si terrà il 21 e 22 maggio a Milano. per richiedere il libro si può scrivere una mail a sos.pianetaverde@imq.it, telefonare allo 025073281 oppure via fax allo 02 50991550 o a IMQ, via Quintiliano 43, 20138 Milano.