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domenica 9 gennaio 2011

Abbasso la pigrizia

Paolo era un bambino pigro, anzi pigrissimo. Non voleva mai fare niente, solo rilassarsi, dormire, qualche volta mangiare ma solo perché  era stimolato dalla mamma.
Un giorno le orecchie, il naso, gli occhi, le gambe e le braccia incominciarono a parlare tra di loro, mentre Paolo dormiva pigramente nella sua stanza.
"Sta sempre appisolato, appena si sveglia ci richiude subito perché non ha voglia di fare nulla" dissero gli occhi "E pensare che ci sono tantissime cose da vedere!"
"Ed io che non riesco a odorare niente, i fiori, l’odore della terra bagnata quando piove e poi vuoi mettere gli odori della pasticceria?" disse il naso.
"E poi non è mai andato a curiosare per conoscere gli altri suoni al di fuori di quello del silenzio!" dissero le orecchie.
"E noi che non vediamo l'ora di correre dietro un pallone!" dissero le gambe.
"E poi non vuole nemmeno sforzarsi a salutare!" dissero le braccia.
Gli occhi allora presero una decisione "Sentite" dissero "facciamo così, lo lasciamo per un poco senza di noi, vediamo se capisce cosa vuol dire. Noi andremo al mare a vedere i gabbiani, le onde che s'infrangono sulla riva, le navi all'orizzonte e i bambini che giocano con la sabbia a fare i castelli".
"Benissimo" continuò il naso” io andrò in pasticceria a bearmi dei profumini deliziosi, poi dal fornaio, e poi in un giardino pieno di rose!"
"E noi andremo in montagna a sentire l'eco, così i rumori li sentiremo due volte, perché rimbalzano e si ripetono" replicarono le orecchie.
"Noi invece correremo veloci fino a quando non troveremo un campo di calcio e qui prenderemo un pallone per giocare" dissero le gambe.
"Noi penso che andremo a dirigere il traffico, e poi alla stazione a salutare tutti quelli che partono, e quando saremo stanche ci riuniremo agli altri" dissero le braccia.
"Si" replicarono tutti, "quando saremo stanchi ci riuniremo tutti qui, racconteremo le nostre esperienze così magari potremo fare un gioco di squadra"
E così si staccarono dal corpo e partirono.

Gli occhi si ritrovarono davanti al mare.
Era una distesa immensa di acqua, che si muoveva in continuazione. C'erano bambini sulla riva che giocavano a palla, o con la sabbia raccogliendola in piccoli secchi che poi rovesciavano formando dei graziosissimi castelli. E il divertimento di quei bimbi era grandissimo quando poi distruggevano tutto, per ricominciare poi di nuovo. Nell'acqua, lontano, s'intravvedevano delle barche, alcune piccole, altre grandi, alcune addirittura con la vela. E poi c'erano delle vele vicino alla riva, con delle persone che le guidavano, orientandole in modo da prendere bene il vento.
"Qui ci vorrebbe anche il naso per sentire gli odori, e le orecchie per i rumori sia dei bimbi che del vento, e del mare che sicuramente creerà una musica bellissima, con il suo movimento continuo" pensarono gli occhi "Bisognerà riunirsi presto con gli altri".

Il naso si precipitò in pasticceria.Un profumino delizioso si sprigionava dal retrobottega, c'era quasi da inebriarsi. "Lo sapevo che era meraviglioso" pensò il naso "Ora faccio anche una capatina dal fornaio per conoscere anche altri odori"
E qui, tra pane, pizza e salumi c'era da perdere la ragione.
"Ci vorrebbero proprio gli occhi per vedere come sono fatte le cose, e le braccia per prendere i dolci o la pizza, e la bocca per assaporare tutte queste bontà" pensò il naso "Devo ricongiungermi con gli altri, e fare un gioco di squadra"

Le orecchie si ritrovarono, come era il loro desiderio, in montagna, su uno spiazzo erboso grandissimo e per prima cosa sentirono un gran silenzio, ancora più profondo di quello che conoscevano con Paolo. Poi, improvvisamente, il silenzio fu rotto da un grande vocio di bimbi e dei loro genitori. Erano tutti venuti in quel posto perché sapevano che si sentiva l'eco. Ed ecco, che ognuno di loro incominciò, chi chiamava, chi urlava, chi rideva, e i rumori si ripetevano in continuazione. Era bellissimo.
"Qui ci vorrebbero gli occhi per vedere il paesaggio, che sarà sicuramente meraviglioso, e per vedere tutte queste persone e i loro visi stupiti. E poi ci vorrebbe il naso per conoscere gli odori della montagna!" pensarono le orecchie "Devo ricongiungermi agli altri e fare un gioco di squadra"

Le gambe partirono veloci, in cerca di un pallone e di un campo di calcio. Era meraviglioso correre nel vento! Raggiunsero uno spiazzo erboso e qui trovarono un pallone, forse scordato da qualche bambino. Subito incominciarono a correre dietro a questa sfera finora sconosciuta, e la cosa era divertentissima. Il pallone correva più veloce delle gambe e, appena fermo, se solamente si toccava, ricominciava a correre. Che cosa stranissima!! "Qui sarebbe bene essere insieme agli altri, perché gli occhi vedono dove va la palla il naso odora gli odori dell'erba, le braccia possono prendere e rilanciare, mentre le orecchie ascoltano il rumore sia dell'aria, che delle altre persone. Devo assolutamente unirmi agli altri!"

Le braccia si ritrovarono ad un incrocio importante, e qui iniziarono un balletto stranissimo. Si alzavano per fermare il traffico, indicavano la via da seguire o a destra o a sinistra. Poi si precipitarono alla stazione e qui iniziarono a salutare con enfasi tutte le persone che stavano partendo. "Come è eccitante!" dissero "Ma qui sarebbe bene essere tutti uniti; devo assolutamente ricongiungermi agli altri!"

E così si ritrovarono tutti insieme e si riunirono al corpo di Paolo, che era ancora appisolato pigramente.

"Non possiamo assolutamente aspettare! Dobbiamo svegliarlo - dissero gli occhi - e sollecitarlo a fare tutte le nostre esperienze"
"E' vero - replicarono le gambe - ma è difficile. Come facciamo?"

Il vento aveva sentito tutto, ed aveva visto cosa era successo a tutti. E così decise di intervenire. Cominciò a soffiare forte, facendo così sbattere le ante della finestra aperta. Il rumore svegliò di soprassalto Paolo che subito cercò di riaddormentarsi. Ma le gambe cominciarono a muoversi nervosamente, costringendolo ad alzarsi, e ad aprire gli occhi. Sembrava che le gambe avessero il comando del corpo di Paolo, che uscì subito da casa e andò a prendere la bicicletta. Salì sulla bici e con le braccia tenne fermo il manubrio per evitare di cadere. Ma cadde subito e quasi si stava arrendendo, quando le gambe, sempre al comando della situazione, lo costrinsero a risalire in sella. Questa volta andò bene. e con la bici Paolo si diresse verso la spiaggia.
"Hai visto, ci siamo riusciti a fargli fare qualcosa" dissero le gambe.
"Siamo felicissime" risposero le braccia ben salde sul manubrio.
Gli occhi intanto, attenti, videro tante case, la campagna e mucche, e cavalli, e pecore. "Che spettacolo, ragazzi" esclamarono.
Il naso percepiva tutti gli odori meravigliosi, e le orecchie i rumori del vento e della campagna.
Arrivarono in riva al mare, e qui Paolo scese dalla bicicletta stanchissimo ma felice. Si riposò un poco, e vide il mare! Non aveva mai visto una cosa così. Questa immensa distesa di acqua che il vento faceva muovere creando delle onde alte, ed anche rumorose. Ma il rumore era piacevole, quasi una canzone.
Dopo essersi riposato riprese la bicicletta e come per incanto si diresse verso un prato verde, dove dei bimbi giocavano con una cosa tonda, che non aveva mai visto. Si fermò ad osservare e fu subito stimolato a partecipare al gioco. Che gioia!! Non aveva mai provato a fare una cosa simile. E tutti a ridere, a gioire spingendo quella cosa con i piedi,e qualche volta afferandola con le mani per rilanciarla.
Poi, ritornando a casa, ormai esausto, fu quasi sospinto verso una pasticceria, e qui un odore buonissimo lo indusse ad entrare e a farsi dare un dolcetto. Humm, che buono!! pensò Paolo.
Ritornato a casa, corse dalla madre.
"Mamma, sapessi!" esclamò
La mamma stupita nel vedere attivo il suo pigro bambino, rimase ad ascoltarlo.
"Sai, mamma, non so come sia successo ma sono stato quasi spinto a prendere la bicicletta, e così sono andato al mare ed ho visto tutta quella massa d'acqua, i gabbiani, i bambini che giocavano con la sabbia. Poi sono andato a giocare con una palla con altri bambini, e per ultimo sono andato in pasticceria ed ho preso un dolcetto buonissimo. Ed ho ancora fame!"
La mamma era felice, il suo pigrissimo Paolo si era come risvegliato ed aveva capito l'importanza del suo corpo, dei suoi sensi.
" Bravissimo!" disse la mamma " Hai anche imparato ad andare in bicicletta! Ti porterò in montagna, così potrai sentire l'eco, vedere le aquile e i camosci, annusare gli odori del bosco, con i funghi ed i fiori selvaggi, e, aiutandoti con le braccia, arrampicarti fino a dove è possibile per la tua età. E dai pastori gustare i formaggi prodotti con il latte delle caprette. Poi ti porterò alla stazione per vedere  la gente indaffarata e chiassosa piena di valigie, pronta per partire, ed ascoltare il rumore dei treni che passano. Vedrai che ti divertirai tantissimo"
Gli occhi, le gambe, le braccia, il naso e le orecchie erano felici. Avevano raggiunto il loro scopo.

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