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sabato 30 aprile 2011

Alfredo seconda parte

Ecco la seconda parte , spero che la prima sia piaciuta. L'ultima parte alla prossima volta.

Tutti i criceti si unirono intorno a lui, chi lo annusava, chi lo leccava per conoscerlo meglio. Erano tutti ammirati per il suo coraggio.
“Io sono il più grande del gruppo” disse Pietro “ Siamo felicissimi di conoscerti. Ora datti da fare, prendi quello che puoi e portalo nella tua tana. Puoi tornare quando vuoi, sei sempre il benvenuto.
Lasceremo sempre qualcosa per i tuoi piccoli, non ti preoccupare”
“Mio Dio, sono veramente commosso. Ora mi do da fare velocemente, così il cane ed eventualmente il gatto non mi troveranno”
Assaggiò allora uno strano cibo, per capire se fosse buono per i suoi piccoli. Non era buono, era buonissimo!
In men che non si dica, prese un poco di quello strano cibo e via, il più velocemente possibile, uscì dalla gabbia e si diresse all’albero. Per quel giorno la fame sarebbe stata placata.
Il giorno dopo ed il giorno dopo ancora ritornò sempre dai suoi amici criceti. Era sempre accolto con grandi feste, e riusciva sempre a portare via il necessario, malgrado il cane abbaiasse sempre al suo arrivo.
“Che c’è, Fritz, sono tre giorni che abbai insistentemente, hai forse visto qualcosa?”
Era Federica, la padrona di casa! Ora si sarebbe accorta di tutto. “Speriamo bene” pensarono sia Alfredo che i criceti.
“Dai, fai il più velocemente possibile, ora arriva e se ti vede cercherà di prenderti” disse Pietro.
Alfredo riuscì a prendere qualcosa e scappò via.
Federica, intanto era arrivata alla gabbia, con il fidato Fritz.
Il cane annusava tutto e brontolava in continuazione.
“Avevi ragione, Fritz, qui deve essere entrato qualche animale, forse un topo di campagna. Guarda, ha creato una galleria per l’accesso alla gabbia! Menomale che i criceti non sono scappati. Ora provvediamo a prenderlo per poterlo eliminare”
Entrò in casa, e poco dopo uscì con una piccola gabbietta. Dentro la gabbietta mise un piccolo pezzo di pecorino, poi pose la gabbietta dentro la gabbia, giusto alla fine della galleria scavata dal topolino.
“Ora dobbiamo solo aspettare che ritorni e vedrai che lo cattureremo”
Poco dopo, infatti, Alfredo ritornava sui suoi passi, per poter prendere altre provviste.
“Che profumino di formaggio! Oggi è veramente festa!” pensò
I criceti da dentro la gabbia erano nervosi, lo volevano avvertire, ma il cane abbaiava così forte che non riuscirono a farsi sentire.
Alfredo entrò nel tunnel e poi………………..Pfaff. una piccola gabbia si chiuse alla sue spalle imprigionaldolo.
Tutti i criceti intorno alla gabbia, cercavano di aprirla per far uscire il loro amico, ma non ci riuscirono.
“Ecco Federica, via, via!” esclamo Pietro.
Tutti i criceti si riunirono in fondo alla gabbia e guardarono sgomenti il piccolo Alfredo.
“Brutto bricconcello, ti ho preso. Ma sei veramente carino! Pensavo fossi più grosso. E poi veramente complimenti per la tua intelligenza, sei riuscito ad aprirti un varco per poter entrare dai criceti. Ora ti dovrei sopprimere, ma veramente non me la sento. Sei una piccola creatura. Sai che facciamo, lo diciamo ai nonni, vedrai che troveranno una soluzione”
E così fece. Chiamò immediatamente i nonni, anche loro molto amanti degli animali.
Subito nonna Egle disse : “non ti preoccupare, già lo scorso anno ho trovato un posto sicuro e lontano da qui, dove portare gli eventuali topini presi, non mi piace per niente ucciderli! Dammi la gabbietta e io e nonno Mario provvederemo.”
Alfredo intanto tremava di paura. Non capiva quello che stavano dicendo sia Federica che nonna Egle. I suoi occhi erano diventati grandissimi per lo spavento, ma quello che lo preoccupava di più era il fatto che i piccoli e Nenè si sarebbero trovati in difficoltà. Incominciò a correre dentro la gabbia, su e giù con la speranza di poter aprire lo sportello, ma quello era ermeticamente chiuso.
Nonna Egle prese la gabbietta e con nonno Mario salirono sulla macchina.
Arrivarono così in riva al mare. Vicino alla riva c’era un grande appezzamento di terreno, riservato ad alcuni cavalli, e cera una stalla con tanta paglia e un abbeveratoio. Era tutto recintanto con una fitta rete, per evitare che scappassero i cavalli.
“Penso che qui vada bene” disse nonna Egle “Ti ricordi lo scorso anno con l’altro topolino. Sicuramente si sarà trovato bene. Ora accostiamo la gabbia alla recinzione e poi apriamo lo sportelletto”
Alfredo tremava tutto. Si era acquattato in fondo alla gabbia. Era stata una bruttissima esperienza, lui del resto non era mai stato in una macchina, e oltre tutto chiuso dentro una gabbia. Chi sa cosa lo aspettava adesso.
Nonna Egle fece come aveva detto: accostò la gabbia alla recinzione dove c’era una piccola apertura e aprì lo sportelletto.
Alfredo sentì lo scatto dello sportelletto, capì che forse poteva scappare. I suoi occhi erano dilatati dallo spavento, e tramava tutto; si fece coraggio e piano piano si accostò all’apertura. Era aperta!!
Via, via, via  più veloce del vento, con le orecchie tutte indietro, corse fuori e schizzò velocemente via.
Non sapeva dove andare, ma certo era sicuro che per questa volta era salvo!
Prima corse verso sinistra, poi, forse guidato dall’olfatto, cambiò direzione verso destra dove era la stalla.
“Hai visto Mario che fugone? Povero piccolo, aveva tantissima paura! Hai visto i suoi occhi? E le orecchie tutte tirate indietro?” disse nonna Egle.
I due nonni ripresero la gabbietta vuota e si diressero verso la macchina.
Alfredo intanto giunse alla stalla. Era tutto sudato ed ansimante per la corsa e per la gran paura

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