Questa favola è molto carina, me lo dico da sola! Non volevo metterla sul blog perchè mi è stato detto che potrebbero essere rubate. A parte che ho messo il divieto con il copyrigth, ma comunque spero che le mie favole siano lette solo da persone serie.
Le lettere
dell’alfabeto erano tutte ordinate, e i bambini cantavano contenti la
filastrocca.
Ad un certo
punto l’acca, che era la meno usata del gruppo, decise di ribellarsi.
“Ora basta!”
urlò. “Forse io valgo meno di tutte voi?”
“No, non è vero”
rispose la r, una delle lettere più usate. “Anche tu hai il tuo valore, devi
avere solo un poco di pazienza, e ti useranno perché senza di te certe parole
non si possono comporre”.
“non è
vero!” esclamò l’acca, “io voglio essere usata tanto come te, la c, la s, la p,
e tutte le vocali. Ho deciso, me ne vado!” e scappò via dall’alfabeto.
Immediatamente
sparirono tutte le parole che la contenevano, sparirono le pagine del
dizionario con l’acca, e tutto l’alfabeto crollò.
“Come
risolviamo il problema?” si interrogò la c. “Io senza la (e qui si inceppò in
quanto non poteva pronunciare la lettera)
perdo un poco di valore, e così pure la g si trova nella mia stessa
situazione. “
“Trovato!”
esclamò la elle “ Io faccio da sostegno alla enne e così noi due messe insieme
la possiamo sostituire e così si possono comporre le parole mancanti.”
E così si
mise dritta dritta e disse alla n di appoggiarsi a lei.
Ma non
veniva una bella lettera: infatti la n non aderiva perfettamente e quindi non
riusciva bene.
“Dai riproviamo!”
ripetè ancora la l “vediamo come si comportano i bambini”
E così
riprovarono; la nella classe ci fu una grande confusione. Come si faceva a
leggere una parola così composta “clniave”?
“Ma non
sapete più parlare?” esclamò la maestra. “Non è possibile, ma cosa dite?”
“Stiamo
leggendo il libro!” Esclamarono i bambini.
Subito la
maestra prese il libro e pure lei vide la cosa stranissima.
“Non è
possibile!” esclamò “Ma dove sarà andata a finire la lettera acca? Via proviamo
a cercarla”
Iniziò la
ricerca.
Cercarono
nell’armadio, nei cestini, dietro la lavagna, sotto i tavolini, in tutte le
cartelle, ma niente, l’acca si era come volatilizzata.
“Non
riusciamo a trovarla!” urlarono tutti i bambini.
Tutti quelle
urla fecero accorrere il direttore “Ma insomma, cos’è questa confusione?
Nessuna classe riesce a lavorare questa mattina! Ora basta! Signora maestra mi
faccia capire cosa sta succedendo, e provi a far stare calmi i bambini!”
“E’
difficile, si è persa una lettera dell’alfabeto in questa classe, e se la cosa
si diffonde tutte le classe saranno senza quella lettera, bisogna assolutamente
trovarla”
Chiamarono
allora la bidella, che era tutta occupata a pulire i bagni.
“si è vista
qui la lettera acca per caso?” le chiese il preside.
La bidella
lo guardò tra lo stupito e il divertito, non riusciva a capire cosa fosse
successo.
“Non mi sono
spiegato bene, forse?” insisté il
preside duro duro “ ripeto, si è vista qui la lettera acca?”
“Non….non….mi…..pare….”
quasi balbettò la bidella. “Comunque mi darò da fare a cercarla, non si
preoccupi”.
Iniziò a
ispezionare anche lei tutti i cestini della carta straccia, sotto tutti i
tavolini della classe, ma niente, proprio niente.
La maestra
era veramente disperata, ma certo non poteva risolvere la situazione. Allora
disse ai bambini
“ora
facciamo merenda, poi riprenderemo a cercarla.”
Tutti i
piccoli allora corsero fuori nel sole e dopo aver mangiato le loro merendine,
iniziarono a giocare a girotondo e a cantare felici.
La maestra
intanto si era seduta sulla sua sedia dietro la cattedra, e cercava di
ragionare per capire cosa fosse successo.
Aprì per
caso un libro per bambini di inglese e, miracolo, eccola là la piccola
fuggitiva. In prima pagina faceva bella mostra di sé tutta trionfante.
“ora come
faccio a riportare questa birbacciona nel nostro alfabeto?” pensò la maestra.
Prese una
penna molto appuntita e cercò di staccare la lettera dal libro, ma quella
niente, anzi sembrava quasi che le facesse le boccacce.
La maestra
allora tentò di risolvere il problema facendo tante fotocopia della pagina del
libro di inglese e, appena ritornarono i piccoli in classe così disse: “Ora
ognuno di voi avrà la fotocopia della pagina del libro dove si trova la lettera
acca, questa birbacciona. La dovrete ritagliare così si potranno ricomporre le
parole con quella lettera”.
I piccoli si
armarono di forbici e provarono a ritagliare la lettera, ma questa, impunita
come era, si impuntò e non si faceva staccare dal foglio. La maestra andò allora dal
preside per aver un aiuto nel suo operato. Questi allora spazientito, prese una
decisione drastica. “Okey, va bene. Facciamo a meno della acca. Visto che lei
non vuole venire!”
“Come
facciamo?” domandò allora la maestra molto stupita da questa affermazione.
“Non ci sono
problemi” rispose il preside “adopereremo la k al posto dell’acca, che
prenderemo comunque dall’alfabeto inglese, e caso mai ciave (manca l’acca) la
scriveremo key”
“Evviva,”
gridarono in coro i piccoli, e tutti insieme andarono a fare nuovamente le
fotocopie della pagina dove in bella mostra si vedeva il k.
L’acca era
inviperita. Non aveva ottenuto nessuna soddisfazione, anzi in questo modo tutti
d’ora in poi l’avrebbero ignorata.
“Va bene, va
bene” urlò per farsi sentire meglio “avete vinto voi”
E mogia
mogia rientrò nell’alfabeto. Tutte le altre lettere, appena la rividero, le
fecero immediatamente un applauso,
specialmente la c e la g, che senza di lei si sentivano veramente impoverite.
E i bambini,
la maestra, il preside e la bidella
tutti insieme per la contentezza fecero un grande girotondo.